
E vi rammaricherete che la bellezza di un istante sia appassita così in fretta, in modo così irrevocabile, che sia balenata davanti ai vostri occhi così futile e ingannevole, vi rammaricherete di non aver nemmeno avuto il tempo di innamorarvi di lei …
F.Dostoevskij – Le notti bianche
Durante una delle notti bianche, quando il sole tramonta dopo le 22, in una San Pietroburgo quasi deserta, il giovane protagonista senza nome, durante una lunga passeggiata si imbatte, sul lungofiume, in una giovane fanciulla, Nasten’ka. Per quattro notti, i due si confidano l’un con l’altra, come si può fare solo con gli sconosciuti.
Il Dostoevskij più lirico tratteggia benissimo i due personaggi: Nasten’ka ha, da un lato, l’ingenuità e i tentennamenti tipici della gioventù, ma dall’altro ha la quasi contraddittoria risolutezza e determinazione anch’essa tipica degli adolescenti.
Il protagonista maschile è un sognatore, dotato di fervida immaginazione, un solitario incapace di vivere la realtà da rifugiarsi costantemente nei suoi pensieri, un uomo talmente bisognoso di avere qualcuno accanto da essere disposto ad accettare un amore parziale.
È un romanzo sulla solitudine, sull’illusione e la disillusione, sul sogno contrapposto alla realtà, enfatizzato dalla suddivisione non in capitoli ma in notti.
La collocazione temporale notturna è quasi magica, onirica, perché la notte è il momento del sogno, ma è incredibilmente bianca, luminosa, morbida.
Il mattino, che conclude il romanzo, è duro, crudele, brutale, spazza via il sogno e riporta alla realtà.
Sebbene non sia il mio preferito fra i romanzi di Dostoevskij, mi ha colpita abbastanza e si è lasciato leggere con piacere.
Se però assecondiamo la teoria per cui c’è un momento per ogni libro, bé, un paio di anni fa queste poche pagine mi avrebbero devastata. Rimandate quindi la lettura se avete il cuore infranto.
Un unico appunto mi sento di farlo alla curatrice e traduttrice, Serena Prina, che nella postfazione spiega di aver scelto di relegare tutte le note alla fine per rispettare la fluidità e la musicalità del testo. Io però ho bisogno di leggere le note contestualmente alla lettura del testo, e quindi, dovendo andare sempre a fine libro, la lettura risulta frammentata.
L’edizione Feltrinelli aggiunge anche “La cronaca di Pietroburgo” 5 feuilleton di argomento mondano, dei quali ho però apprezzato solo l’ultimo, sul carattere del sognatore, perfetta conclusione del romanzo appena letto.
James Gray (regista di cui ho visto tutto, e che non mi ha mai deluso) ha fatto un film molto liberamente ispirato a Le notti bianche, Two Lovers: l’hai visto?
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no, non l’ho visto ma mi fido e rimedierò quanto prima 😉
so che ne è stata adattata una versione, negli anni 50, da Luchino Visconti e interpretata da Mastroianni, ma non ho ancora avuto modo di vedere neanche quella
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Risparmiatela, è un cesso nauseabondo.
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ah, bene … buono a sapersi
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Bellissima recensione! l’amore che spiazza… Ne ho scritto 78parole anche io. (L’incipit del libro è meraviglioso!)
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grazie 🙂
vado subito a leggere il tuo post
(concordo in pieno)
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