
L’8 gennaio 1921 nasce a Racalmuto, provincia di Agrigento, Leonardo Sciascia.
Politicamente impegnato, dotato di un enorme spirito critico, ha saputo descrivere come pochi le contraddizioni della sua isola.
La sua isola è anche la mia e per questo il mio rapporto con Sciascia è molto conflittuale.
Gli riconosco il merito di aver fatto capire, attraverso le sue opere, ai non siciliani soprattutto, che la mafia non è solo l’ammazzatina eclatante o l’appalto truccato, ma qualcosa di profondamente radicato nel modo di essere, di parlare, di agire nella vita di tutti i giorni.
Che certi atteggiamenti non appartengono solo ai criminali ma possono (ahimè) essere riscontrati anche nell’onesto vicino di casa.
Non gli ho mai perdonato, invece, quell’odiosa esternazione nei confronti di Borsellino e quella (per me sbagliatissima) “lotta” alla magistratura antimafia.
Discorso complesso e poco adatto a queste pagine quindi non mi addentrerò oltre.
Riconosco che Sciascia sia uno dei giganti del 900.
Io, però, non riesco ad amarlo.