
L’ almanacco libroso del giorno è dedicato a Francesco De Gregori, che nasce a Roma il 04 Aprile 1951.
Io a De Gregori un po’ voglio bene, quasi come fosse uno di famiglia. Quasi come fosse quello zio un po’ saccente che dice di avere sempre ragione. Poi ascolti le sue canzoni e capisci che davvero aveva ragione.
In uno dei suoi brani meno popolari canta “ho scritto canzoni per tutti i dolori” ed è proprio così: ogni sentimento, situazione, stato d’animo lo ritrovi nei suoi testi che parlano a te, direttamente a te.
Alcuni di questi testi, però, non sono sempre di facilissima e immediata comprensione ( non a caso viene considerato uno dei massimi esponenti dell’ermetismo) ed è qui che ci viene in aiuto il bel libro di Claudio Fabretti “Fra le pagine chiare e le pagine scure” (ah, che capolavoro che è Rimmel), edito da Arcana, in cui l’autore propone delle interessanti esegesi di alcuni brani.
Se avete avuto la pazienza di leggere fin qui vi chiedo: qual è, secondo voi, la canzone di De Gregori che ha il testo più bello?
Per me è Pezzi di vetro.
Anche a me piace molto Pezzi di vetro. Ma forse la mia canzone preferita (anche come testo) è Atlantide
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Atlantide è meravigliosa ma la trovo dolorosissima
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Lo è!
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